martedì 4 dicembre 2018

#BASTAUTODOVENONSERVONO - Triciclone biposto, primo test con la copertura!

Gli alieni sono tra noi!!! 



Di Giacomo Righi

    Ho volutamente scelto come prima foto la più stramba, a sottolineare come la forma della copertura contro pioggia e freddo sia stata condizionata dalla struttura del veicolo e dalle esigenze che ho individuato in base al futuro utilizzo. Non ho voluto pubblicare foto prima di oggi non solo perché non ero sicuro di come si sarebbe sviluppata la costruzione, ma anche perché, lo confesso, non sapevo se avrebbe retto e se avrebbe funzionato! Prima di pubblicare una serie di foto in cui si vedono fasi intermedie della costruzione, vi propongo uno "spoiler": un breve video dove si vede sia come è fatta la carrozzeria sia una parte della prima uscita, lunga poco meno di 10 km e sufficiente per affermare che il lavoro fatto funziona. 


    L'estetica non è stata assolutamente oggetto di cure, credo che la cosa sia palese... Tutto è stato sacrificato alla funzionalità, anche i colori che, come nel caso della mia precedente realizzazione "la Vasca", sono stati scelti sperando nella massima visibilità. 
    Il problema più grande è stato quello di riuscire a realizzare una copertura integrale su un mezzo in cui tutta la metà anteriore sterza. Sono stato a lungo nel dubbio tra fare la copertura in due metà distinte, una sterzante e l'altra fissa, oppure un pezzo unico dal muso alla coda... Nel primo caso sarebbe stato molto difficile evitare che la pioggia raggiungesse il posto del passeggero, e temevo anche che eventuale vento laterale rendesse inguidabile il triciclo; nel secondo caso invece ci sarebbero stati da affrontare problemi di dimensioni della parte anteriore, sia perché metà carena sarebbe di fatto stata a sbalzo, sia perché l'ingombro dei pedali in una sterzata stretta avrebbe superato la larghezza della parte posteriore del veicolo. Con la soluzione che ho scelto ho cercato un compromesso che, tra l'altro, mi ha relativamente semplificato l'accessibilità ai sedili, e forse (un forse che rimarrà valido fino alla prima pioggia) potrebbe aver risolto anche i problemi di visibilità verso l'esterno in giornate piovose o fredde e molto umide. Infatti sia le gocce d'acqua sul parabrezza sia la condensa che tende a depositarsi sulle parti trasparenti sono problemi che sui velomobili in generale possono arrivare a ridurre la velocità di marcia in condizioni di sicurezza a pochi km/h, praticamente a passo d'uomo. Per questo ho costruito un parabrezza molto inclinato, che termina solo pochi cm più in basso della mia linea di vista (così posso vedere dove metto le ruote senza guardare necessariamente attraverso il parabrezza stesso), e che si protende molto in avanti, in modo che le gocce di pioggia non riescano ad entrare direttamente all'interno della copertura. Ovviamente però la pioggia crea spruzzi, acqua nebulizzata più o meno finemente che viene trascinata all'interno dal flusso d'aria; ed ecco perché sulla parte mobile anteriore, quella che segue lo sterzo, c'è un secondo parabrezza, che oltre ad occuparsi di raccogliere o deviare le goccioline fa sì che il flusso d'aria non mi investa direttamente la faccia e il petto, ma che possa circolare tutt'intorno e quindi limitare il deposito di condensa. Non solo: siccome non ho intenzione di rimuovere la copertura in estate, quello stesso flusso d'aria sarà prezioso anche quando farà caldo. 
    Mi sono dilungato anche troppo, passo quindi alle foto, con la precisazione che nel momento in cui scrivo il lavoro non è ancora completato: mancano ancora da aggiungere ulteriori luci, uno specchietto, rinforzi vari in punti strategici, protezioni aggiuntive per la mia passeggera e probabilmente una valigetta per gli attrezzi d'emergenza che verrà appesa sotto al bagagliaio. 



    A questo punto ricorda quei vecchi motocarri a tre ruote scoperti, tipo Moto Guzzi Ercole... 












    L'ultima foto mostra come si riesce a mettere la freccia direttamente con le mani attraverso un piccolo passaggio (in realtà necessario per permettere la sterzata):


    E ora spazio alla fantasia del lettore! Spazio 1999? Il carretto dei gelati? Uno scuolabus alieno? La nuova papa-mobile? Avanti con le proposte! 

    2 commenti:

    bitzo ha detto...

    Bravo Mino! funzionalità prima esigenza. Geniale la pinza per fermare la copertura sul tubo sella. A che peso sei arrivato? Il materiale trasparente è plexyglass o altro?
    Non mi piace molto l'effetto "tuono" ma anche siliconando sul telaio in pvc i pannelli comunque lo faranno un po'. Un buon compromesso in ogni caso.

    MINO_73 ha detto...

    Il peso è ancora un mistero... Cercherò di misurarlo una volta finito. Il materiale trasparente è comune vetro sintetico acquistato al centro bricolage; devo però dire che, rispetto a quello usato sulla realizzazione precedente, questo è molto diverso, e anche molto migliore. Quindi l'unico consiglio che mi sento di dare per la ricerca del materiale ideale è non fermarsi al primo centro bricolage che si trova, perché è stato il fatto di trovarmi casualmente in un negozio diverso a farmi scoprire che sotto lo stesso nome sono disponibili materiali molto diversi. Questo in particolare è molto regolare, non deforma le immagini, ed è abbastanza elastico; ho usato lo spessore 0,3 mm per le fiancate e il posteriore, mentre per il parabrezza ho usato uno spessore maggiore (non ricordo se 0,7 o 1 mm).