mercoledì 11 ottobre 2017

Maria Maddalena Naddeo

La Maria


Sicuramente a Salerno ci saranno tante donne speciali. Ma tra quelle donne speciali io ne conosco una "più" speciale.



Già essere un ciclista reclinato implica certe disposizioni mentali che non sono comuni a tutti gli esseri umani; occorre una disposizione mentale al nuovo, al diverso, allo sconosciuto che solo in pochi, geneticamente, hanno dentro. E' un qualcosa che si ha e fine. Non so perché ma purtroppo o per fortuna è così. 


Raramente il percorso di avvicinamento avviene quando si ha una forte fede nel velocipede tradizionale. A costo di non pedalare più, credo che in ben pochi passerebbero, anche dovendo, alla posizione seduta. Perché è oggettivamente comprensibile che la bici da corsa o anche solo la mountain bike, molte volte, più che un modo di fare sport, è una fede e come tale non si mette in discussione. Figuriamoci se l'alternativa fosse quella di pedalare facendoci passare per diversamente abili o, meno peggio, da "strani". Lo siamo e lo siamo stati anche noi ciclisti "tradizionali". E quando scatta "la scimmia", non c'è reclinata o velomobile o trike che tenga. Specie se si è fortemente e da tempo inseriti in un gruppo, che esce il sabato e la domenica, che organizza cene e magari fa pure gare o manifestazioni importanti e quindi con aspettative di un certo livello fuori ma soprattutto dentro al gruppo stesso. Se poi c'è pure il gruppo di whatsapp....tombola.

Essere donna poi, è statisticamente un disincentivo, non per qualche ragione particolare, semplicemente per un fatto statistico: di donne appassionate di biciclette ve ne sono poche, rare come una Delorean in un raduno di Bmw. 
Insomma, vedere una donna su una bici reclinata ha la stessa probabilità che avrebbe Magalli convocato nella nazionale americana di basket.

Eppure, "la" Maria c'è. Stupefacente....non è vero?

Questa è la storia di Maria Maddalena Naddeo:

http://www.paestuminrete.net/MARIA-MADDALENA-NADDEO-QUANDO-LA-PASSIONE-PER-LA-BICI-DIVENTA-DONNA.htm

Leggiamo, dall'articolo:

Ho fatto alcune randò quasi tutte di 200 km sul nostro territorio..prendendo i relativi brevetti non ci sono medaglie nelle randò. Nel mese di giugno 2014 dal 17 al 20 ho partecipato alla Sicilia No Stop per il brevetto ciclistico Randonneur Mondiaux da 1000 km chiusa con un tempo di 73 ore e 25 minuti l´esperienza più bella che una donna ciclista possa avere. Prima e unica donna del Sud ad aver partecipato a tale manifestazione. Questo brevetto (già omologato) insieme ad altri che prenderò nel 2015 mi permetterà di partecipare al sogno PARIGI BREST PARIGI Agosto 2015, l´olimpiade dei Randonneur.


Incredibile davvero.

Una donna che fa 20 mila km all'anno. In bici. Non in macchina in giro per centri commerciali, proprio in bici. Una speciale, non v'è dubbio.

E se fosse anche donna che gira comodamente sdraiata su una "seggia" a pedali?
E dove siamo finiti? In Nevada, nell'Area 51?









L'incontro con la sua reclinata è avvenuto a luglio di quest'anno, dopo un paio di mesi di ricerca "consapevole" e non casuale, sul web e nella vita reale. Da allora Maria ha percorso circa 1000 km. Tra alti e bassi, come è giusto che sia. Anche se (e personalmente ne vado orgoglioso), nonostante fosse sostanzialmente sola in un mondo fondamentalmente tradizionalista, Maria non ha cambiato idea e continua ad usare la sua reclinata con convinzione.


Qui ad esempio vediamo un video, in salita, tra stupendi panorami insieme al suo "allenatore reclinato", Fabione:






Attualmente Maria alterna negli allenamenti la bici tradizionale alla reclinata ma noi, ovviamente, vorremmo che piano piano la sedia prendesse il sopravvento.




E potrebbe esserci anche lo spazio per un trike, chissà, visto che dopo una breve prova fatta a Monza a giugno durante la festa dello Sport, Maria sembra essersene innamorata.




Il futuro?

Si dice qualche randonneè, magari di quelle lunghe lunghe, dove si arriva sfiniti, stanchi, distrutti. Ma siamo sicuri che se decidesse di fare l'impresa, la grande manifestazione, in reclinata, quella stanchezza sarebbe tanta ma non così tanta da non potersi godere di più il viaggio con quel sorriso costantemente e beatamente stampato che distingue il reclinato da chi reclinato non è. Un po' meno atleta, un po' più bambino. Anzi, bambina.


Viva la Maria!


Maria è anche su Strava, potete seguire le sue imprese e i suoi allenamenti qui:
https://www.strava.com/athletes/3646436


P.S. A onor del vero, di donne speciali che usano una reclinata, in Italia, ce né un'altra.
Oriana Daniele, che ha partecipato pure a diverse edizioni del mondiale HPV e che abbiamo avuto la fortuna di conoscere. Che forte il sesso debole!






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