martedì 27 marzo 2018

Test comparativo fra reclinate, parte 1

Sabato mattina ci siamo ritrovati io, Alberto e Flavio (e poi Marco Sanguin detto anche "Marcosan", che ci ha raggiunti nel pomeriggio) ai piedi del "Piccolo Stelvio", a Castiglione Olona (VA) per eseguire dei test in salita e pianura. 

Giornata fredda e nuvolosa che però ci ha dato la possibilità di chiacchierare di reclinate e persino di provare una buona parte delle tipologie disponibili, soprattutto per quanto mi riguarda.

Quello che voglio chiarire fin da subito è che questi test non hanno e non possono avere un valore scientifico assoluto, perché in una giornata non si possono ovviamente eseguire sufficienti prove per poter validare al meglio lo stesso test.

Qui più che altro vorremmo dare un "ordine di grandezza", per riuscire a rispondere con questo e con altri test a qualcuna delle tante domande senza risposta che galleggiano  da sempre nel mondo reclinato. Ripeto, senza avere l'ambizione di certezze assolute. Però il tentativo lo facciamo lo stesso. Anche perché  per quanto mi riguarda, una parte dei valori rilevati coincide con le prove che faccio ogni giorno  e con i vari segmenti registrati su Strava con miei mezzi ma questo potrebbe essere parte di uno straordinario caso di coincidenza...
L'obiettivo della giornata è quello di capire se è possibile dare un valore alla perdita di potenza nella trasmissione delle varie reclinate che proveremo.

Il fine non è di dare un valore alla prestazione assoluta di una bicicletta ma piuttosto di dare un valore a quanto teoricamente si perde nella trasmissione. Cioè quanto (e se) si perde veramente con una catena lunga con i rinvii tipici della reclinata, su una salita.

Così, armati di penna, blocco appunti, computer, misuratore di potenza Garmin Vector e un tester (io), ci siamo armati armi e bagagli cercando di ripetere un tratto di salita che i ciclisti della zona di Varese conoscono bene che è, per l'appunto, il piccolo Stelvio:

  

Una salita di 1,4 km, con un dislivello di 112 metri, pendenza media dell'8 percento



La prima bicicletta che abbiamo testato è la mia bici da corsa Trek Emonda 4.5, 9 kg in ordine di marcia


La seconda è stata la Rev, in versione con le coperture alle ruote, 9.8 kg in ordine di marcia


La terza, la Traix Phantom di Flavio, 18 kg in ordine di marcia, con un dual drive al posteriore



La quarta bicicletta l'ha fornita Marco S, direttamente dal suo garage pieno zeppo di reclinate: una sfavillante Cruzbike Silvio, "sorella" della Rev, 16 kg in ordine di marcia, come da foto (un po' pesantina in effetti visto che di serie dovrebbe essere più magra ma questo è dovuto al fatto che Marco l'ha arricchita di molti accessori)



Ultima, ma anche pezzo forte dell'intera giornata, una Bacchetta Aero, un capolavoro di reclinata  tutto carbonio e titanio, 12 kg in ordine di marcia, sempre fornita da Marco S.


Mi sono prestato con molto piacere a fare da tester. In particolare ho cercato, nel limite delle mie capacità e resistenza, di arrivare il più vicino a una media di 300W su ogni ripetizione del test.

Le prestazioni rilevate, che potete trovare anche su Strava a questo link, sono state le seguenti:




La logica che sta dietro a questo test è il seguente:

1- Calcolare con la formula di Ambrosini i Watt medi teorici che occorrono per ogni prestazione al tester per percorrere quella salita alla media registrata. In parole povere: il calcolo teorico della potenza necessaria di un pedalatore su una bicicletta classica che percorre una salita nota in un determinato tempo. La formula è universalmente riconosciuta e notoriamente dà una buona stima del valore rilevato.

2- Tramite i valori rilevati dal misuratore di potenza, verificare per ogni mezzo, quale fosse la differenza fra il valore teorico e il valore reale (Delta % Watt):




Il commento di Alberto:

Nella tabella riportata, si possono apprezzare le differenze tra potenza necessaria a portare in cima alla salita il ciclista piu la bici (calcolati secondo le leggi della fisica) e la potenza rilevata ai pedali. Va specificato che nel primo riquadro nella formula di Ambrosini i coefficienti relativi alla resistenza di rotolamento e quelli aerodinamici erano pari a zero, mente nella seconda i coefficienti sono riportati in cima.

In sostanza questo sistema consentirebbe di calcolare IL RENDIMENTO DELLA TRASMISSIONE.

L'ipotesi è questa: se la formula consente di calcolare con una ottima approssimazione il valore teorico di Watt che occorre esprimere su una bici tradizionale di un certo peso per farla salire in un certo tempo su una certa salita, a quale fattore si può imputare se ci fosse una differenza? Se si parla di biciclette reclinate, ovviamente: alla trasmissione o comunque a tutto ciò che la circonda (rigidezza telaio in primis) . Nella formula di Ambrosini infatti la catena è corta e priva di carrucole o altri sistemi che sono invece presenti sulle reclinate.

Vediamo comunque di sintetizzare i valori elencati da Alberto in un diagramma e credo che la cosa possa essere un pochino più semplice da capire:


Nel dettaglio, vediamo le varie bici.

Bici da corsa Trek Madone: quello che viene fuori è che la bici da corsa ha una differenza del 4.43 percento. Teoricamente sarebbe dovuta essere pari a zero (Ambrosini= valore rilevato) ma questo può essere imputato sia ai coefficienti di correzione (in particolar modo il coefficiente di rotolamento dei pneumatici che è stimato), sia a una trasmissione magari non al top teorico, sia a un minimo di imprecisione del sistema di rilevamento.

Ipotizzando comunque che ci sia circa un 4% fra un valore teorico di Ambrosini e quello reale (bdc) vediamo ora le differenze con le reclinate, ipotizzando questo 4% un po' come se fosse il parametro di confronto.

Rev: dotata di una catena molto scorrevole (dovrebbe avere una migliore messa a punto rispetto alla bdc, per come l'ho curata, in effetti, per esempio con olio da alte prestazioni che sulla Trek non ho messo), il delta è del di 3,41% rispetto al valore teorico. Significa che Rev e bdc hanno valori di perdita di potenza nella trasmissione molto simili (differenza -0.9%). Teoricamente la Rev avrebbe una trasmissione migliore della bdc anche se di poco.

Traix Phantom: qui viene il bello. La Phantom della prova non solo è dotata di giro catena piuttosto arzigogolato ma addirittura di un dual drive e cioè del cambio nel mozzo. Questo comporta una perdita di potenza percentuale rispetto alla bici da corsa del 16,33-4,34= 12%. (13% rispetto alla Rev).  Significa che se un ciclista su una bici tradizionale esprime 100W, 12 W sulla Phantom se ne vanno direttamente subito nella trasmissione e quindi alla ruota vanno solo 88W. Questo è un fattore determinante sulle salite. Già la Phantom pesa 18 kg (!), se si aggiungono le perdite di potenza nella trasmissione, diventa praticamente impossibile stare dietro anche a qualunque mountain bike da supermercato. E credo che Flavio sia d'accordo con queste considerazioni....

Cruzbike Silvio. Teoricamente avremmo dovuto vedere valori simili alla Rev o alla bici da corsa. Siamo a 6.94-4.34= 2,6% Il valore è molto basso ma non nullo. Significa che, sulla Silvio in prova, il rendimento della trasmissione non sarebbe ottimale anche se molto buono. Teniamo comunque conto che sulla Silvio di Marco la trasmissione è di derivazione mtb, cosa che potrebbe portare a quale attrito in più.

Bacchetta Aero. Eccoci al dunque.
La Bacchetta ha una catena molto lunga ma nel contempo un giro catena piuttosto rettilineo e soprattutto un telaio granitico che trasferisce immediatamente la potenza. Meglio di così era difficile progettarlo. Credo che possa essere considerata una delle migliori trasmissioni sul mercato delle reclinate, forse la migliore.
Il "rendimento" rispetto alla bdc è: 9,32-4.34= 5% inferiore. Mentre, rispetto alla Rev, siamo quasi al  6%.
Credo sia un dato molto significativo.
Significa che, come ordine di grandezza e considerando la generale approssimazione del test, un punto di partenza potrebbe essere di considerare che una trasmissione "ben fatta" di una reclinata a trazione posteriore perde più o meno il 5% rispetto a una bici tradizionale.

Se la migliore perde circa il 5%, una delle più "problematiche" come la Phantom di Flavio (che nasce turistica e non per le competizioni, non dimentichiamolo), perderebbe il 12%. Si potrebbe dividere tra un 5% nel dual drive e il resto nella trasmissione in se. Il dual drive sicuramente è un sistema comodissimo ma la comodità si paga e anche abbastanza cara, da quanto sembra.

Se qualcuno mi facesse la domanda, ipotizzerei che per un trike o comunque una reclinata con telaio a culla, con doppia carrucola, quindi, giro catena complesso e magari dei tubi dove far scorrere la catena stessa, la perdita di potenza potrebbe arrivare tranquillamente a un +10% rispetto alla catena corta tradizionale.  Di trike ne ho avuti tre e più o meno credo di non essere tanto distante dalla realtà.
Tempo fa provai il Mango di Matteo che aveva dual drive+ doppia catena + doppia carrucola. Credo che in quel caso si arrivasse anche a +15%, forse +20%.
Se qualcuno mi volesse fare la domanda, ovviamente....


Spero che abbiate capito un qualcosa. Per ora concluderei qui essendo un discorso un po' da digerire e non proprio immediato. Rimane il fatto che i dati raccolti sono, credo, abbastanza coerenti con quanto ogni giorno vediamo pedalando sulle nostre biciclette.

In realtà le sfaccettature del test sarebbero moltissime e ognuna credo degne di curiosità e di analisi ma qui si va per le lunghe e non voglio annoiarvi. Se vorrete ne potremo parlare nei prossimi giorni.
Un saluto a tutti.

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