Venerdì mattina andavo al lavoro, come solitamente cerco di fare. A un certo punto il percorso che faccio abbandona il traffico tentacolare di Borgomanero e si dirige verso strade meno trafficate, alla ricerca di quell'io interiore che emerge quanto si è soli a pedalare e non incastrati fra le lamiere sbuffanti fumo, come un pezzo di Tetris che non ne vuole sapere di mettersi bene, in qualunque modo lo giri.
Metto "la freccia", tento di girare a sinistra, stanno sopraggiungendo altre automobili in senso opposto. Faccio il conto che rallentino un poco, visto che sono tutte ferme in coda. Quella che mi si avvicina non rallenta granché e allora taglio lo stop e, sconsideratamente, passo sulle strisce bianche riflettenti. Queste, complice l'umidità e il sale, fanno probabilmente da effetto saponetta. Com'è, come non è, mi si alleggerisce un poco la ruota anteriore e poi mi abbandona definitivamente la posteriore. Non c'è tempo per recuperare. Sono a terra.
Un mezzo secondo per realizzare, mi rialzo e conto i danni. Vedo lo specchietto solo e abbandonato lì che mi guarda e, dopo poco, sento un bruciore all'avambraccio e al fianco. Poca roba ma in questi casi gioca a sfavore il freddo e l'adrenalina. Riparto, provo ad arrivare lo stesso alla Megaditta, dove cercherò di valutare i danni.
Grazie probabilmente alla bassa velocità (circa 18-20 km/h) e al fatto di essere così basso dall'asfalto non mi sono fatto granchè. Abrasione all'avambraccio e alla parte esterna del gluteo sinistro. Escoriazioni dovute più al riscaldamento che allo sfregamento meccanico tipo cartaverta con l'asfalto. Anche i jeans (che durante la stagione invernale preferisco alla Lycra, per il commuting) hanno fatto il loro lavoro, tant'è che non si sono assolutamente segnati mentre la giacca antivento presenta due fori ma che si sono fermati alla giacca stessa. Giacca prontamente riparata dalla Suocera.
Tuttaposto, tant'è che dopo due giorni sono potuto uscire in bici con Serafino a farmi una bella 100 km. L'avessi fatto in bici da corsa (e l'ho fatto un paio di anni fa, su una rotonda, sempre andando al lavoro) avrei un livido bello grande, più le escoriazioni. Perchè un conto è cadere da 50 cm, un conto da un metro e passa.
Consiglio a tutti una crema apposita per questi eventi: la Trofodermin che ha cicatrizzato la ferita in un lampo.
Shit happens, or "unexpected events can happen". The important thing is to get over them.
On friday morning I went to work as I usually do. At a certain point, the path leaves the sprawling traffic of Borgomanero and goes towards less busy roads, in search of that inner myself that shows how lonely you are to pedal and not wedged between cars as piece of Tetris that does not want to get stuck, in any way you turn it.
I put on the "turn signal", I try to turn left, other cars are coming in the opposite direction. I hope that they slow down a little, since they are all standing in line. The one that comes up to me does not slow down much and then I cut the stop and, thoughtlessly, step on the white reflecting strips that have probably the effect of soap. As it is, as it is not, I get off a little with the front wheel and then finally the rear wheel betrays me. I'm on the ground.
A half second to achieve, I try to stand up and see the damage. I see the mirror on the floor and, after a while, I feel a burning sensation on my forearm and on my side. But cold and adrenaline does not le me see the real situation. Anyway I try to reach my office, where I will try to realise the real damage.
Thanks probably to low speed (about 18-20 km / h) and the fact of being so low from the asphalt I had no massive wounds. Abrasion of the forearm and the outer part of the left gluteus. Excoriations due more to heating than to rubbing. Even the jeans (which I prefer to wear shorts in the winter version, even in the long version) have done their job, so much so that they are absolutely not marked while the windbreaker jacket has holes but stopped at the jacket itself. Jacket promptly repaired the same day by the mother-in-law.
All OK, and infact after two days I could go out on a bike ride with Serafino for a beautiful 100 km ride.
If I had done it in a racing bike (and I did it a couple of years ago, on a roundabout, always going to work) I would have a bruise, plus bruises. Because an thing is falling from 50 cm, an other by 1 meter.
I recommend to everyone a special cream for these events: the "Trofodermin" that has healed the wound in a flash.
5 commenti:
Bravo, la Suocera va scritta in maiuscolo! ;-)
Cadere con una bici tradizionale a volte non si limita a un livido più grosso, ma se si picchia con l'angolo sfigato fa saltare la clavicola, e anche le costole sono più a rischio.
E occhio al sale, lo buttano sulle strade senza criterio, scivola più della brina ma è invisibile (oltre che inquinante), e scivola anche se dovessi montare gomme "termiche"... che peraltro non credo esistano per le bici corsa.
Dai neanche una parolaccia? Complimenti per l'autocontrollo... :)
Uno dei motivi per cui preferisco trike ed affini...
L'incredulità è constatare l'indifferenza umana!!
Il conducente della macchina ha assistito alla caduta e, con disinteresse, ha proseguito verso l'appuntamento del cartellino!
suggerirei un piccolo esperimento:
prendere un metro e con un pennarello indelebile segnare la vita media dell'uomo, avanzare con un dito fino alla propria età.....quanto resta? con questo pensiero forse i comportamenti sarebbero diversi!!!
Tristemente vero. A tirar giù un finestrino e chiedere "Si è fatto male? Serve aiuto?" ci vogliono pochi secondi, ma i cervelli sono stati troppo abituati a un'altra routine ormai.
Che schifo.
Una brutta avventura che tutto sommato, fortunatamente, è finita bene.
Per quanto riguarda quanto detto da Flavio mi trovo d'accordo, se si imparasse ad usare il suo suggerimento si potrebbero valutare con una prospettiva differente molti aspetti della vita.
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