Tonino e la reclinata, storia un epico rapporto di amore odio e passione
Tonino è uno che non ha mezze misure. Tonino, se ti deve dire una cosa, te la dice e non fa filtro. Il filtro lo fanno quelli che hanno paura di dirti le cose in faccia, le femminucce. Lui è come Clint Eastwood. Sguardo intenso, penetrante, a raggi x. “Io la penso così, potrei anche cambiare idea, gringo, ma te la dovrai guadagnare. Qui non ci sono pasti gratis”.
La storia, i trascorsi agonistici di Tonino, devo essere onesto, non li conosco nel dettaglio. Non ho mai osato chiedere più di tanto anche se penso che sarebbe una storia interessante. A una leggenda non si chiede, una leggenda ti racconta, se ne ha voglia.
Nell’ambiente reclinato, Tonino significa oneri e onori. Significa portare alla luce pregi e difetti, senza sconti, dei nostri mezzi. In particolare c’è una combinazione di parole che funziona come Coca-cola e Mentos: Tonino + salita. Non pronunciatele mai insieme. Platinette in bikini vi apparirebbe, in confronto, piacevole come un fresca brezza di inizio estate. Le cateratte del cielo sono pronte ad aprirsi pronunciando quelle due parole. Non fatelo mai.
Un self-made man. So che quando scrive non mette la punteggiatura però, vabbè, nessuno è perfetto. Secondo me anche Clint Eastwood quando scrive non ha tempo per le virgole e i punti. Le virgole le mette chi deve farsi capire, a lui basta lo sguardo per farsi capire. Femminucce.
Tonino lo incontrai “virtualmente” sul forum di Bici Reclinate Italia, nel 2013. Ci confrontammo, un po’ qua e un po’ là, sulle solite questioni. Ai tempi non conoscevo tutte le sfaccettature tecniche e biomeccaniche di questo mondo (ma neanche ora) e quindi tutta questa sua voglia di far capire che erano più i difetti che i pregi mi pareva esagerato. Chiaro che stiamo parlando di agonismo puro, di tempi, di velocità medie, di confronto diretto con la bici da corsa, su tutti i terreni e in ogni condizione. Perché se guardiamo comodità su percorsi turistici, non c’è oggettivamente storia.
Storicamente, e qui faccio un inciso, l’argomento reclinata + agonismo è un po’ come l’argomento reclinata + salita. E’ un vaso di Pandora che si fa fatica a scoperchiare.
Insomma: per farla breve dopo l’ennesimo scontro, stavolta su Strava, con Tonino decidemmo che dalle parole occorreva passare a i fatti. Clint non parla, fa. In questo caso, pedala. E nel giro di un mese Tonino cominciò a pedalare su una Rev.
La Rev nasce con un fine ben preciso. Giusto o sbagliato non so ma il fine è questo: appurato che la classica reclinata con il catenone lungo, i pedali in alto, il tubone e il sedile sdraiato, a parità di ciclista, di peso e accessoristica, in salita non riesce a competere ad armi pari con una bici da corsa, mi sono posto la domanda: esiste una configurazione che può minimizzare, per quanto possibile, questi difetti?
La domanda delle domande. Non entro nei particolari tecnici perché penso ci sarà spazio sul blog in seguito per parlarne a lungo. Comunque, conclusione: Tonino ad agosto 2017 comincia a pedalare su una Rev.
Questi i suoi commenti a pochi giorni dal suo esordio, testo preso dal forum delle Bici Reclinate:
27 agosto 2017
I miei primi mille km con la Rev.
8 agosto, prima uscita, i primi 20 minuti, panico totale! Mi sono ritrovato intasato dal traffico che andava in direzione mare. Da una parte, le vetture, dall'altra il ciglio della strada con a volte il guard-rail, e io come un bimbo di 5 anni che imparavo a portare la bici. L’istinto era di fermarmi e farmi venire a prendere, ma il mio carattere non me l'ha consentito, mi ha sempre consigliato di lottare sempre, e arrendersi mai! Così passato a fatica e trepidazione le macchine, poi l'uscita è continuata per una settantina di km e dalle prime pedalate ho notato da subito che la Rev era molto fluida nei cambi di ritmo e sugli strappi corti era come una bici da corsa, e questo dal secondo giorno, uscito con i miei amici, dove con qualsiasi reclinata da me guidata - e ne ho avuto tre, tutte di ottima fattura, la Endorphine, una Ultrateam e una Explorer che ritenevo la migliore ma troppo rigida per me e poi sempre dolore alla pianta dei piedi- venivo staccato sistematicamente sugli strappi un po' più impegnativi. Con la Rev questo non è avvenuto, ma con mia grande meraviglia, sentivo che potevo osare di più. Così il terzo giorno ho osato e su uno di questi strappi, uno solo mi è arrivato avanti, gli altri, tutti dietro! Strappo di 1,400 km al 3,1%, uscita del 9 agosto. Tempo 4,16. 10 agosto: 4,04. 12 agosto: 3,56. 16 agosto: 3,56. 17 agosto: 3,56. Velocità media: 22 km/h. per trovare un tempo di 4 minuti bisogna andare nel 2016 e fatto in bici da corsa. E' anche vero che lì ho un tempo di 3,24 (sempre in bici da corsa). Ma ripeto: la Rev mi sta dando quello che mi aspettavo, quel km/h in più della Endorphine in salita, per rimanere attaccato al gruppo con i miei amici di uscita.
L'ho anche provata su una salita di 17 km, al 2,2%, non solo arrivo su a metà gruppo, ma arrivo molto ma molto più fresco e meno affaticato per intenderci. S emi chiedete il perchè, non saprei rispondervi. Poi quella salita la conoscono almeno altri 5 reclinati iscritti al forum e possono se vogliono testimoniare, che andare su ai 20 di media, c'è da spingere e con tutto ciò io non sento più dolore alla pianta dei piedi. Quindi con questa bici intendo farci le randonnee, anche per un altro motivo: è morbida sullo sconnesso, attutisce bene i colpi. Adeso non so dirvi se dipende dalla geometria o dal telaio madre che ho fornito, una Sinapsi della Cannondale.
Ora, i "contro”. Guida molto ma molto impegnativa, sui tornanti a gomito e sulle curve secche io ho grossi problemi, lo sterzo si chiude di colpo, ma credo che con il passare del tempo, sparirà quasi del tutto l'inconveniente. Telaio da migliorare nelle rifiniture e nella modularità. Non può essere una bici su misura, deve avere almeno un'escursione di statura da mt 1,70 -1,78 e questo è fattibile. Poi spiegherò la mia idea a Marco. Anche la colonna della sterzo deve essere spostabile al millimetro, ma con i bulloni di fissaggio questo è impossibile. Questi sono i difetto che io ho trovato.
Per le prestazioni, si possono migliorare, ma dovrei abbassare il sedile, e a me pedalare a mo’ di sogliola non piace. A me bastava rimanere agganciato con il gruppo con il quale esco e lo scopo è stato raggiunto. E in più si è aggiunto il non più dolore alla pianta dei piedi che è la cosa più vantaggiosa di tutto il resto.
Formicolio con la reclinata tradizionale. Vero e proprio dolore tant'è che in molte uscite ero costretto a fermarmi, mettere i piedi a terra per un due minuti e riprendere a pedalare. Ora, questo in una randonnee lo puoi fare ma quanto sei con degli amici con le bdc ti possono aspettare una volta; poi capisci da solo che o resisti al dolore oppure li molli e continui da solo. Sono una persona molto allenata e non mi ci sono voluti 1000 km per capire la bontà del progetto ma dopo i primi 40 km avevo intuito il potenziale della bici che in effetti alla seconda uscita mi ha confermato tutto, anche la caduta su una curva a gomito al 9%. Dico solo una cosa per farvi capire bene la situazione: si deve prendere molta confidenza con la guida il motivo è semplice quanto si gira da un lato la gamba esterna si allunga troppo e questo ti porta a raddrizzare il manubrio. Io credo che il piede esterno si debba sganciare, tutto l'incontrario della reclinata a boom fisso ma questo verrà in automatico con i km percorsi. Per il resto al momento non l’ho ancora provata su un percorso con due o tre salite in successione ma da come arrivavo su e come arrivo non parlo in termini di tempo ma di condizione fisica, prima dopo la prima salita ero morto; ora oltre che impiego un pochino di tempo in meno ma arrivo su non sfinito e pronto per un'altra salita. In seguito sarò molto più preciso con le impressioni di guida ad oggi dopo tante reclinate provate e euro spesi questi qui credo siano stati i migliori spesi che poi tra l'altro non sono nemmeno molti. Un saluto a tutti e un grazie a Marco che mi ha dato un bel mezzo ora tocca a me macinare km ed e quello che intento fare. Non sono mai stato un grande scalatore, andavo su in mezzo alla massa non ero ultimo ma nemmeno tra i primi, nel mezzo insomma, una mezza calzetta ma salivo. Con la Rev attualmente vado un pelino più forte delle altre reclinate ma lontano dalla bdc. Nel piano e nel vallonato non c’è reclinata e bdc che possano tenere testa a questa Rev. Un vero gioiello di efficienza e velocità. Sto raggiungendo picchi di velocità da me dimenticati e badate bene sono classe 47 che non è poco. Dire che sono strafelice è dire poco. La mia conclusione. Ad oggi dico che le altre bici forse non le utilizzerò più, andrò solo sulla Rev, gluteo destro permettendo. Ma anche lì, sarà questione di tempo.
8 agosto, prima uscita, i primi 20 minuti, panico totale! Mi sono ritrovato intasato dal traffico che andava in direzione mare. Da una parte, le vetture, dall'altra il ciglio della strada con a volte il guard-rail, e io come un bimbo di 5 anni che imparavo a portare la bici. L’istinto era di fermarmi e farmi venire a prendere, ma il mio carattere non me l'ha consentito, mi ha sempre consigliato di lottare sempre, e arrendersi mai! Così passato a fatica e trepidazione le macchine, poi l'uscita è continuata per una settantina di km e dalle prime pedalate ho notato da subito che la Rev era molto fluida nei cambi di ritmo e sugli strappi corti era come una bici da corsa, e questo dal secondo giorno, uscito con i miei amici, dove con qualsiasi reclinata da me guidata - e ne ho avuto tre, tutte di ottima fattura, la Endorphine, una Ultrateam e una Explorer che ritenevo la migliore ma troppo rigida per me e poi sempre dolore alla pianta dei piedi- venivo staccato sistematicamente sugli strappi un po' più impegnativi. Con la Rev questo non è avvenuto, ma con mia grande meraviglia, sentivo che potevo osare di più. Così il terzo giorno ho osato e su uno di questi strappi, uno solo mi è arrivato avanti, gli altri, tutti dietro! Strappo di 1,400 km al 3,1%, uscita del 9 agosto. Tempo 4,16. 10 agosto: 4,04. 12 agosto: 3,56. 16 agosto: 3,56. 17 agosto: 3,56. Velocità media: 22 km/h. per trovare un tempo di 4 minuti bisogna andare nel 2016 e fatto in bici da corsa. E' anche vero che lì ho un tempo di 3,24 (sempre in bici da corsa). Ma ripeto: la Rev mi sta dando quello che mi aspettavo, quel km/h in più della Endorphine in salita, per rimanere attaccato al gruppo con i miei amici di uscita.
L'ho anche provata su una salita di 17 km, al 2,2%, non solo arrivo su a metà gruppo, ma arrivo molto ma molto più fresco e meno affaticato per intenderci. S emi chiedete il perchè, non saprei rispondervi. Poi quella salita la conoscono almeno altri 5 reclinati iscritti al forum e possono se vogliono testimoniare, che andare su ai 20 di media, c'è da spingere e con tutto ciò io non sento più dolore alla pianta dei piedi. Quindi con questa bici intendo farci le randonnee, anche per un altro motivo: è morbida sullo sconnesso, attutisce bene i colpi. Adeso non so dirvi se dipende dalla geometria o dal telaio madre che ho fornito, una Sinapsi della Cannondale.
Ora, i "contro”. Guida molto ma molto impegnativa, sui tornanti a gomito e sulle curve secche io ho grossi problemi, lo sterzo si chiude di colpo, ma credo che con il passare del tempo, sparirà quasi del tutto l'inconveniente. Telaio da migliorare nelle rifiniture e nella modularità. Non può essere una bici su misura, deve avere almeno un'escursione di statura da mt 1,70 -1,78 e questo è fattibile. Poi spiegherò la mia idea a Marco. Anche la colonna della sterzo deve essere spostabile al millimetro, ma con i bulloni di fissaggio questo è impossibile. Questi sono i difetto che io ho trovato.
Per le prestazioni, si possono migliorare, ma dovrei abbassare il sedile, e a me pedalare a mo’ di sogliola non piace. A me bastava rimanere agganciato con il gruppo con il quale esco e lo scopo è stato raggiunto. E in più si è aggiunto il non più dolore alla pianta dei piedi che è la cosa più vantaggiosa di tutto il resto.
Formicolio con la reclinata tradizionale. Vero e proprio dolore tant'è che in molte uscite ero costretto a fermarmi, mettere i piedi a terra per un due minuti e riprendere a pedalare. Ora, questo in una randonnee lo puoi fare ma quanto sei con degli amici con le bdc ti possono aspettare una volta; poi capisci da solo che o resisti al dolore oppure li molli e continui da solo. Sono una persona molto allenata e non mi ci sono voluti 1000 km per capire la bontà del progetto ma dopo i primi 40 km avevo intuito il potenziale della bici che in effetti alla seconda uscita mi ha confermato tutto, anche la caduta su una curva a gomito al 9%. Dico solo una cosa per farvi capire bene la situazione: si deve prendere molta confidenza con la guida il motivo è semplice quanto si gira da un lato la gamba esterna si allunga troppo e questo ti porta a raddrizzare il manubrio. Io credo che il piede esterno si debba sganciare, tutto l'incontrario della reclinata a boom fisso ma questo verrà in automatico con i km percorsi. Per il resto al momento non l’ho ancora provata su un percorso con due o tre salite in successione ma da come arrivavo su e come arrivo non parlo in termini di tempo ma di condizione fisica, prima dopo la prima salita ero morto; ora oltre che impiego un pochino di tempo in meno ma arrivo su non sfinito e pronto per un'altra salita. In seguito sarò molto più preciso con le impressioni di guida ad oggi dopo tante reclinate provate e euro spesi questi qui credo siano stati i migliori spesi che poi tra l'altro non sono nemmeno molti. Un saluto a tutti e un grazie a Marco che mi ha dato un bel mezzo ora tocca a me macinare km ed e quello che intento fare. Non sono mai stato un grande scalatore, andavo su in mezzo alla massa non ero ultimo ma nemmeno tra i primi, nel mezzo insomma, una mezza calzetta ma salivo. Con la Rev attualmente vado un pelino più forte delle altre reclinate ma lontano dalla bdc. Nel piano e nel vallonato non c’è reclinata e bdc che possano tenere testa a questa Rev. Un vero gioiello di efficienza e velocità. Sto raggiungendo picchi di velocità da me dimenticati e badate bene sono classe 47 che non è poco. Dire che sono strafelice è dire poco. La mia conclusione. Ad oggi dico che le altre bici forse non le utilizzerò più, andrò solo sulla Rev, gluteo destro permettendo. Ma anche lì, sarà questione di tempo.
Il tempo passa, i km aumentano.
20 settembre 2017. Toccato quota 2000 km in Rev ma la cosa che più mi stupisce è che non mi viene più la tentazione di prendere la bdc. Ho preso una certa confidenza con la Rev e mi sto godendo a pieno le uscite che prima con la Endorphin erano sempre un po’ sofferenti e subivo le accelerazioni dei miei compagni; ora invece non le soffro più in salita non sono più l’ultimo. Inizio a stare quasi a meta gruppo, in tutto siamo una diecina ma la vera natura di questa bici è la pianura e i falsopiani. Li diventa una vera mangiatrice di km. Va che è un piacere- L’altro giorno, uscita di 200 km, facendo circa 800 mt di dislivello. Gli ultimi 80 km vento forte e teso contrario al senso di marcia. Era una vera goduria vedere le facce dei miei due compagni di viaggio, il ghigno di sofferenza stampato nei loro volti. Voi mi conoscete, non le mando certo a dire, sono abbastanza diretto ma Marco Ruga ha fatto una vera genialata ad abbassare il movimento centrale. Lui riesce ad andarci senza mani e ci parte pure in salita senza mani ma di Brumotti in circolazione ce ne sono pochi. Lì è questione di abilità. La Rev rimane una bici molto difficile da guidare ma una volta presoci la giusta dimestichezza è un vero piacere uscirci. Ora mi rimane il test di una uscita di 300 km. Se anche lì non accuso dolori vari ho risolto tutti i miei dubbi. Al momento grande bici.
Oggi è il 13 ottobre
Sapevamo che ci sarebbero stati momenti difficili, soprattutto i primi. Clint Eastwood non molla, Clint le bici non le guida, le domina, se occorre se le mangia pure. Io sapevo che ci volevano i km e la determinazione e i risultati sarebbero arrivati. Piano piano ma sarebbero arrivati. E infatti ora non passa giorno che non mi manda un messaggio di whatsapp dove mi racconta dei suoi confronti con i suoi amici. Che è passato da farsi aspettare ad aspettare lui. E in salita va sempre meglio, quasi come in bdc. O, meglio, come in bici da corsa, perché quello che eventualmente manca alla Rev, ce lo mette lui (questo lo aggiungo io).
Sono convinto che a Tonino ora toccherà andare in giro da solo.
Me lo vedo, proprio come il suo alter ego, in “per un pugno di dollari”. Mi immagino quella figura all’orizzonte che si avvicina piano piano, indefinita e indefinibile, con i contorni sfumati al rosso di un tramonto di fine estate, galleggiante su quella linea sottile che separa cielo e asfalto. Lievemente sospinto dal vento caldo, soffocante e polveroso. Passa un istante ed eccolo lì, sembra più vicino. Ora si distingue la sagoma sottile, dove quella linea verticale, forse una ruota, si nasconde nel resto della figura, dove i piedi si alternano in una specie di danza sospesa e appena spuntano da quella inconsueta sagoma.
Più avanti, un ciclista tradizionale, un cosiddetto “gobbetto”. Un veloce sguardo indietro, perchè sente una presenza. Non gli dà peso perché lui è veloce, troppo veloce e lo sa, ne è convinto. Non può essere che così. Una leggera alzata di spalle, già se lo è dimenticato.
Ma si alza il vento e quella figura non sembra più così lontana. C’è qualcosa che non torna. Ora i suoi occhi sono puntati a terra, testa bassa, l’asfalto scorre finalmente veloce. C’è solo l’asfalto, non ci sono case, alberi o altro. Conta solo macinare quell’asfalto, farlo girare. Più veloce. Sempre più veloce.
Leggero dislivello. L'attimo fatale, quello è il momento, il nostro eroe attacca. Una pedalata decisa, forse due. Di più non serve. Guarda, forse un saluto, appena percepito, poi passa e se ne va. E scompare veloce nell’altro orizzonte, solitario come era venuto. Il gobbetto rimane lì, annicchilito. Cosa e soprattutto chi è passato? Non lo saprà mai. “La prossima volta, forse sarà meglio cambiare strada. Girare furtivamente alla prima rotonda, basta far finta di niente, nessuno se ne accorgerà”. Risuona questo pensiero nella sua testa. “Poi comunque, figurati, avrà il motore elettrico”. Coscienza pulita, nulla è accaduto, è stato tutto un sogno, forse un incubo…
Conclusione
La mia premessa questo post è sincera. Sono veramente convinto che Tonino sia una di quelle (rare) persone che non ci girano intorno alle cose. Ruvido, certo, (a volte un pochino troppo) ma è una persona che può cambiare idea e quindi un parametro prezioso nella valutazione di un progetto.
Per questo la prova delle prove, per valutare ‘sta benedetta Rev, era fargliela provare. Ora sono convinto che valga la pena di andare avanti in questa direzione. Poi se si rivelerà un cesso a pedali, c’è sempre il motore elettrico.
Grazie Clint…ehm….Tonino.
2 commenti:
Non puoi aggiungere un sottofondo musicale a questa pagina? Ci vuole una musica da film western per accompagnare adeguatamente la lettura!
Tonino è il "tester" per la REV che tutti aspettavano al varco ... se va bene a lui è fatta!
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